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# 5

 

The Demolisher (1° parte)

 

di Carmelo Mobilia

 

 

 

Fin da quando era bambino ho sempre sognato di diventare un grande eroe americano, servire il mio paese e rendere fiera la mia famiglia. Presi questa decisione il giorno in cui mio fratello Mike partì per Sarajevo per quella che quella che sarebbe passata alla storia come la Guerra nei Balcani. Tornò in una bara nel maggio del ’94. Tutta Custer Grove partecipò al suo funerale. I miei non potevano essere più orgogliosi. Mike è la principale ragione per quello che sono oggi. Ogni volta che indosso il mio costume e impugno il mio scudo penso a lui. Chissà se sarebbe fiero di me e di cosa sono diventato.Non è facile la vita che ho scelto; troppe volte mi sono trovato nella scomoda posizione di dover eseguire un ordine che non condividevo o di trovarmi in balia di indisciplinati, ma ogni volta che penso di mollare e di mandare tutti al diavolo, ripenso a quello che Mike mi diceva: “Il nostro è un grande paese, che offre un sacco di opportunità a tutti. Siamo il paese della libertà, un diritto che dobbiamo difendere, proteggere. Proteggere i nostri interessi, il nostro stile di vita. “ Non ho mai dimenticato le sue parole, e ho fatto del mio meglio per onorare la sua memoria e i suoi ideali.

 

 

PROLOGO

 

Fort Leavenworth è una base militare dell'esercito statunitense situata nella contea di Leavenworth, in Kansas. Ospita anche una prigione militare di massima sicurezza dell'Esercito. Fort Leavenworth è in funzione da circa 170 anni e in tutti questo tempo non ha mai assistito a niente del genere.

Nessuno ha mai pensato, neppure nelle fantasie più ambiziose, di attaccarne le mura.

Eppure è quello che sta accadendo oggi. I soldati di guardia sono a dir poco increduli, non solo per quanto sta succedendo ma soprattutto perché ha portare l’attacco non è un commando armato ma è un solo uomo.  Beh “uomo” è un termine riduttivo per definirlo: la forma era sì umanoide, ma colpiva col la potenza di un esercito. Armato di due potentissime armi automatiche, si faceva strada a fuoco spianato, incurante dei proiettili che gli sfrecciavano accanto. Avanzava rapidamente senza cedere di un solo millimetro, facendo una strage dei soldati che gli si paravano davanti. Uno di questi tentò disperatamente di colpirlo con una granata, sperando di fermarlo, ma l’assaltatore si fece largo tra le fiamme e il fumo provocati dall’esplosione, quasi fosse una creatura infernale. Non era umano. Nessun essere normale poteva sopravvivere a quello spiegamento di forze e a quella potenza di fuoco, eppure lui ci riusciva.

Come un meccanismo innescato si diresse verso le celle di detenzione. Una in particolare sembrava attirare la sua attenzione. Con un calcio abbattè la porta metallica, mentre il recluso al suo interno uscì, parzialmente accecato dalla luce.

<Generale Kreigkopf. Sono venuto a liberarla.>

<F-Finalmente, cazzo. Non ne potevo più di stare il quel buco di merda....>

 

1.

 

 

Ci sono momenti in cui la nostalgia di casa si fa più forte. Quando si avvicina la festa del Ringraziamento, per esempio.

Seppur avesse lasciato casa appena finito il liceo, John Walker aveva l’abitudine di trascorrere le feste in famiglia. La fattoria piena di decorazioni, tutti i parenti che si riunivano attorno alla tavola imbandita, a scambiarsi regali ... proprio come voleva la tradizione. Ma da qualche anno a questa parte, per John non c’era niente di tutto questo; Custer Grove era divenuta per lui “terra bruciata” a causa della nuova vita che il governo gli aveva costruito. Ma in fondo, anche se “Jack Daniels” fosse tornato nella sua cittadina natale, non avrebbe trovato la stessa atmosfera di una volta; i suoi genitori erano stati uccisi da un gruppo di vigilantes che si facevano chiamare i Cani da Guardia come vendetta nei suoi confronti, che all’epoca sostituiva Capitan America e ne aveva arrestati una frangia.

Da allora parecchie cose erano cambiate, e John s’era buttato a capofitto nel lavoro per cercare di non pensare a tutto quello che aveva perso e che gli mancava.

Certo, il suo carattere ne aveva risentito... forse era per questo motivo che era sempre irritante e irritabile nei rapporti con gli altri. Quando si subiscono certe ferite non si guarisce mai del tutto. E in questo periodo dell’anno il suo umore diventava peggiore. Starsene da solo in casa, a sfogliare album di vecchie fotografie non era il modo migliore per superare il momento, ma d’altronde non vedeva altro modo .... se John Walker era un tipo popolare e con molti amici, non si poteva dire altrettanto di Jack Daniels.

Nella sua nuova vita non s’era fatto delle nuove amicizie... i Vendicatori erano validi alleati, ma non poteva certo definirli amici. Non ancora, almeno. Phil Coulson o Tina DeMara? Colleghi. Ottimi rapporti di lavoro, ma unicamente in tal senso. Solo Lemar rientrava nella categoria degli amici, ma già da un po’ tempo non aveva sue notizie.... chissà dove s’era cacciato? Anche Valerie Cooper, la sua fidanzata, non era disponibile... lavorare per il presidente era una carica prestigiosa, ma la teneva molto occupata, e il fatto che vivesse sull’altra costa non rendeva facile avere una relazione affettiva. Ma perché diavolo aveva accettato la proposta di andare sulla West Coast? Certo, questo gli aveva dato l’opportunità di tornare nei Vendicatori, cosa che lo rendeva fiero, sebbene non lo avesse mai dichiarato a chiare lettere, ma tuttavia lo teneva lontano dalla sua donna.

E allora, perché?  La risposta in realtà la sapeva fin troppo bene: era suo dovere. E’ un soldato e doveva obbedire all’ordine.  E come dice il proverbio, il dovere viene prima del piacere.

Sospirò laconicamente quando il suo occhio cadde su una foto risalente a quando era piccolo, in cui c’era tutta la sua famiglia: papà Caleb, mamma Emily, suo fratello Michael, sua sorella Kate e lui, John, il piccolo della famiglia. La sua attenzione si soffermò su Mike. Era bellissimo nella sua uniforme. Quello fu l ultimo giorno del ringraziamento che avrebbero passato insieme; qualche mese più tardi la notizia che il suo elicottero era stato abbattuto nei cieli di Sarajevo sconvolse il mondo della famiglia Walker e cambiò radicalmente le scelte di vita di John. Mike aveva sacrificato la sua vita per il proprio paese... come poteva lui essere da meno? Cercava di ripeterselo, ogni volta che le cose gli sembravano troppe dure...  ma in giorni come questo, non bastava.

La suoneria del suo cellulare, Born in the U.S.A., lo destò dal suo viaggio nei ricordi.

<Daniels.> rispose risoluto.

<<Sono Coulson. Briefing col direttore Esposito. Pare sia successo qualcosa di grosso. Passo a prenderti tra venti minuti.>>

<Ricevuto. Sarò pronto. Avverti tu Lemar?>

<<Hoskins non è disponibile. Pare si sia preso un periodo di congedo temporaneo.>>

Ne rimase sorpreso.

<Che strano> pensò <A Los Angeles, per quanto ne so, Lem non conosce nessuno. Che l’abbia ricontattato la sua vecchia socia, quell’europea... come si chiamava? Ah sì; Silver Sable…>

<<Daniels? Ci sei?>>

<Si certo.  Ci vediamo tra venti minuti.> rispose chiudendo la conversazione.

Non era più il momento per i dubbi e le domande. Lemar era adulto e vaccinato, sapeva quel che faceva. Ora quel che contava era solo la prossima missione.

 

2.

 

Nel frattempo a Madripoor, a parecchie miglia di distanza da Los Angeles, Lemar Hoskins alias Battlestar stava andando anch’esso ad un meeting, ma di tutt’altro genere. Si trattava di una missione segreta affidatagli da Henry Pym, il Vendicatore noto col nome di Calabrone. Come si fa a dire di no ad uno dei fondatori del gruppo di eroi “più potente della terra”? Battlestar si era sentito inorgoglito per la fiducia concessagli dallo scienziato avventuriero, e avrebbe fatto di tutto per mostrarsi degno di tal gesto.

Si addentrò nel luogo dell’incontro, si tolse l’impermeabile che gli copriva costume e scudo e si mise la maschera.

<Allora? E’ qui la festa?> disse per presentarsi. Anche i suoi ospiti erano in costume.

Uno di loro sbuffò appena lo vide. Uno che Lemar conosceva bene.

<Ancora mi chiedo come Hank abbia invitato anche te....> disse Demolition Man.

<Forse perché sapeva che c’era bisogno di uno con le palle. Tu evidentemente non gli davi troppe garanzie al riguardo....>

D-Man si alzò e gli si fece avanti minaccioso. Battlestar gonfiò il petto, pronto a battersi.

Ma una donna si mise tra di loro.

<Fermi ragazzi. Non cadiamo in questo vecchi clichè del “vediamo chi ce l’ha più grosso”. Non è il momento di questi trip da macho. Siamo quei per compiere una missione ricordate?> esclamò Sharon Ventura, ex Miss Marvel e oggi capace di tramutarsi nella forzutissima Donna Cosa.

Il quarto invitato, il mutante Jerome Bachmann alias il Mandrillo osservava divertito, senza proferire parola.

<Non è un trip da macho> riprese D Man <So bene l’opinione che avete di me. Ho letto anch’io le battute sul mio conto che girano nel web.... alcune sono anche carine, lo ammetto. Ma vi faccio presente che tra i presenti Io e Io soltanto ho la tessera da Vendicatore. Il dottor Pym ha affidato a me il comando e non intendo farmi mettere sotto e essere preso in giro.  Tutti quanti abbiamo avuti dei problemi col Power Broker, ma sedobbiamo fare insieme questa cosa, dobbiamo farla bene, e dovete avere fiducia in me!> disse con un tono insolitamente autoritario per uno come lui.

Battlestar capì l’antifona:

<Ok Big D, abbiamo cominciato col piede sbagliato. Conduci tu questo ballo.> disse tendendogli la mano.

D Man gliela strinse.

<Allora, qual è il tuo piano?>

 

3.

 

In un laboratorio segreto.

 

<Valori?>

<Nella norma, ma in costante aumento.>

<Tracciati cerebrali?>

<Normali. Pare che il soggetto sia nella fase di sonno REM.>

<Possibile. Il suo cervello è rimasto quasi del tutto illeso.>

<Pensate sia il caso di.... oh generale Kreigkopf! E’ già in piedi?>

L’equipe di scienziati s’irrigidì quando Arthur Kreigkopf entrò nella sala. Il suo aspetto ricordava quello di Marlon Brando in “Apocalypse Now” e proprio come il suo personaggio era anch’esso un uomo che aveva da tempo raggiunto il suo “punto di rottura”. L’esperienza nella guerra nei Balcani e decenni di prigionia avrebbero provato chiunque. Un uomo che aveva uno sguardo da squilibrato negli occhi, ma il loro misterioso capo lo riteneva un elemento utile alla sua causa.

<Non sono una mammoletta rammollita. Non ho bisogno di stare a poltrire. Come sta?> sentenziò bruscamente, diretto come un pugno in faccia.

<Uh sta rispondendo bene al trattamento. Lo ha visto anche lei, signore, quando l’ha fatta... evadere. Ha retto da solo contro un intero esercito.>

<Non è sulla sua potenza che ho dei dubbi, cazzone. Siamo sicuri che non darà di matto o che rigetti le parti cibernetiche?>

<Ehm no signore, non corre alcun rischio di questo genere. Durante la sua... detenzione, la tecnologia ha fatto notevoli passi avanti in questo campo. Sotto la supervisione del maggiore Ryker abbiamo avuto un soggetto perfettamente funzionante, e abbiamo usati quegli appunti per... terminare questo progetto iniziato nel... 1994, mi pare.>

<Sarà meglio che funzioni. E come avete avuto quei progetti? Quando stavo io al Pentagono, sarebbero stati più protetti dell’oro di Fort Knox...>

<Glieli ho procurati io.> sentenziò una voce alla sue spalle. Kreigkopf si voltò e vide l’uomo a cui doveva la libertà. Il suo volto era incappucciato e sulla fronte aveva stampato il numero 1. Indossava una divisa da generale dell’esercito degli Stati Uniti. Era il capo dell’Impero Segreto e attingere a informazioni top secret sembrava non essere un problema per lui.

<Ho ritenuto che il progetto Cybernus potesse essere di utilità alla nostra organizzazione... come anche tu.>

<Felice di sentirtelo dire. Conosco parecchi scheletri negli armadi di quei bastardi di Washington che ti torneranno utili.... ma prima voglio vendicarmi dei bastardi che mi hanno incarcerato!>

<Comprendo benissimo> disse numero uno <ed è anche l’occasione perfetta per testare sul campo il nostro amico> disse picchiettando sul vetro che conteneva il corpo privo di sensi (o era il caso di dire “disattivato?) del cyborg.

<Tu eri a capo del progetto prima di Ryker> domandò numero 1 <per caso sai chi era.... prima?>

<Un bravo soldato. Obbediente, coraggioso. Non mi ricordo come si chiamava né che grado avesse. Ma rimase gravemente ferito in uno scontro a fuoco, il che ne faceva il candidato perfetto per il nostro progetto. Purtroppo all’epoca Cybernus era un progetto troppo ambizioso.... pochi appunti rubati ai sovietici e nulla di più. Il ragazzo non resse e lo mettemmo in stasi. Ora però vedo che i tuoi galoppini hanno saputo finire il lavoro.>

<Ex AIM. Il meglio del meglio, in questo campo. Il progetto originale però apparteneva al fratello di Ryker, Harlan. Un pioniere in campo della robotica... nulla a che fare con Pym o Stark, ma quei bastardi non se lo sognano neanche di condividere i loro progetti col governo...>

<Si fottano. Comunque, se il nostro ragazzo è a posto, ho già il suo prossimo bersaglio in agenda....>

 

4.

 

Sede dell’FBSA di Los Angeles.

 

<L’uomo che vedete nello schermo si chiama Arthur Kreigkopf, ex generale dell’esercito degli Stati Uniti. Fu rinchiuso ad Leavenworth dopo essere stato degradato e processo con l’accusa di crimini contro l’umanità avvenuti durante la guerra nei Balcani. E’ evaso ieri sera, a causa dell’intervento di quello che è chiaramente un metaumano ... ed è qui che entriamo in ballo noi.> disse il direttore Louis Esposito, digitando un tasto e mostrando sullo schermo quanto ripreso dalle telecamere di sicurezza.

<Da queste immagini non riusciamo a stabilire se si tratta di una corazza o se il soggetto ha componenti cibernetiche, ma è stato in grado di resistere alle armi dei nostri uomini. Inoltre, come potete vedere la sua potenza di fuoco era stupefacente. Quelle due mitragliette che ha con se non sono convenzionali.>

<Sospettiamo sia tecnologia AIM.> aggiunse Coulson.

<Ma chi ha mandato quel... tizio? Perché liberare Kreigkopf? A che scopo?>

<Bella domanda Daniels. Non lo sappiamo di preciso, ma Kreigkpof conosce diversi segreti, militari e di altra natura, che potrebbe vendere al nemico. Supponiamo che dietro a tutto possa esserci qualche potenza straniera, come la Cina o la Corea del Nord.>

<Pensate che possa esserci qualche collegamento con l’assalto compiuto in quell’altra base da quel pazzo col cappello? Quello dei disordini sulla East Coast? [1]> chiese la De Mara.

<Non è da escludere, sebbene al momento non troviamo alcuna attinenza. > ribadì Coulson <Piuttosto potrebbe esserci un collegamento con questo….>

Sullo schermo apparve la figura di quello che era chiaramente un cyborg che indossava una specie di armatura leggera rossa e blu, la metà sinistra del volto era coperta da una placca metallica e l’occhio sinistro era chiaramente bionico.

<Questo, signori, è Deathlok, un cyborg sviluppato dalla Brand Corporation, una sussidiaria della Roxxon Oil e basato su un progetto del loro capo ingegnere Harlan Ryker. Il progetto, in realtà, pare non fosse del tutto suo. Anni fa i Fantastici Quattro sconfissero un cyborg identico che era stato inviato ad uccidere il Presidente degli Stati Uniti. Secondo Reed Richards quel cyborg proveniva dal futuro, un futuro alternativo lo ha definito. Quel che rimase del cyborg fu requisito dal Pentagono che intendeva studiarlo nell’ambito di un progetto per la creazione di un supersoldato soldato robotico la cui supervisione era stata affidata all’ambizioso maggiore dell’Esercito Simon Ryker.>

<Ryker come…> iniziò a dire la De Mara.

<Come Harlan Ryker… infatti ne era il fratello minore.>

Da Walker venne una sorta di brontolio.

<Hai qualcosa da dire?> chiese Coulson,

<Riflettevo sui vari progetti per creare supersoldati e sui loro risultati.> fu la risposta.

<Capisco che intendi. In effetti anche stavolta qualcosa andò storto: il maggiore Ryker riuscì a far affidare lo studio del cyborg Deathlok al fratello.  Quando l’assistente di Ryker, Michel Collins, scoprì che il suo team stava studiando segretamente un progetto bellico che era stato testato su soggetti umani minacciò di denunciare Ryker e questi non trovò di meglio che far fuori Collins e mettere il suo cervello nel ricostruito Deathlok. Purtroppo per lui la coscienza di Collins ebbe il sopravvento sul programma del cyborg e Deathlok fuggì per unirsi alla variegata comunità dei supereroi.>

<Ora che mi ci fate pensare, ne avevo sentito parlare > intervenne Esposito.

<Ma è impossibile che sia lui quello, giusto?> chiese ancora Tina.

<Ci stavo arrivando.> replicò Coulson con l’aria seccata per le continue interruzioni <Dopo diverse avventure Collins ricadde nelle mani dei Ryker che cercarono di usarlo per rovesciare il governo di una piccolarepubblica sudamericana chiamata Estrella, ma Collins, con l’aiuto dei Vendicatori, riuscì a riprendere il controllo e alla fine il suo cervello fu trapiantato nel suo corpo che era stato preservato e si riunì alla moglie e ai figli mentre i Ryker finirono entrambi in galera. Un vero lieto fine,>

<Quindi l’idea è che qualcuno abbia recuperato Deathlok e vi abbia inserito il cervello di qualcun altro.> fu la conclusione della De Mara.

<La cosa è ancora più complicata perché da quel poco che siamo riusciti a capire dalla comparazione delle immagini si tratta di un prototipo ancora più vecchio.>

La notizia colse tutti di sorpresa. Da quanto il Pentagono stava lavorando su quel progetto? Da quanto giocavano a fare i novelli Frankenstein incuranti dei fallimenti? USAgent era rimasto in silenzio finora rimuginando sul fatto che proprio mentre lui e gli altri eroi patriottici stavano investigando su progetti simili che il precedente Capitan America era rimasto ucciso. John credeva nel suo paese ma gli era chiaro che qualcuno stava esagerando. Ruppe il silenzio e chiese:

<Avete interrogato i Ryker al riguardo?>

<Ci sarebbe piaciuto ma i militari hanno fatto trasferire Simon chissà dove e Harlan ci riso in faccia.> rispose Coulson <Temo che abbiano ancora dei protettori nelle alte gerarchie militari e cercare di sapere qualcosa dai militari è come sbattere contro un muro di gomma. Non ci arrenderemo per questo, però.>

<Ci puoi scommettere> disse John <quell’ammasso di ferraglia deve pagarla per tutti quei soldati uccisi...>

 

5.

 

<Venga generale! Non c’è tempo!> il rumore degli spari si udiva fin da due piani superiori. Una volta abbattuta la recinzione metallica ed essere penetrato nella base, fu facile intuire che il generale Wilkins fosse il suo obiettivo. I soldati della base erano altamente addestrati, ma la forza distruttiva di quell’essere era superiore a quella per cui erano preparati. Gli uomini dell’esercito avevano costruito una barricata e cercarono al riparo dietro di essa, ma per il cyborg non faceva la minima differenza.

Il computer installato chirurgicamente nel suo cervello gli dava la collocazione esatta dei bersagli. Il suo occhio bionico faceva in modo che i suoi colpi andassero tutti a segno.

Stava in piedi in mezzo al corridoio puntando le sue armi verso di loro, sputando fuoco e abbattendoli come mosche.

<Computer.... dov’è il bersaglio?> chiese.

<Due livelli più sopra. Sta dirigendosi verso il tetto. Un elicottero di sta avvicinando per prelevarlo. Necessitiamo di maggiore potenza di fuoco.> gli rispose il dispositivo elettronico nel suo cranio.

Deathlock si diresse verso i deposito della armi.

<Ci siamo!> disse uno dei soldati addetti alla sicurezza del generale. Si sbracciava facendo segno al pilota. L’elicottero atterrò sul punto indicato sul tetto senza che le pale fermassero il loro movimento rotatorio.

Il generale Wilkins e la sua scorta salirono sul mezzo.

<Siamo a bordo. Parti!> gridò al pilota, urlando per superare con la voce il rumore del motore.

L’elicottero prese quota e iniziò ad allontanarsi dal tetto.

<Siamo al sicuro adesso, generale. E’ fuori pericolo.>

<Ma chi o cosa era .... quello? Sembrava una macchina!>

<Non lo sappiamo, signore, ma....>

<UN MOMENTO! E’ LUI QUELLO SUL TETTO?> urlò un altro, disperato.

Deathlock effettivamente apparve sul tetto con un lanciarazzi sulla spalla.

<ALLONTANATI! PRESTO!>

<NON POSSO!> rispose il pilota <C’E’ TROPPO VENTO...>

Un missile partì e seguendo la scia dell’elicottero. Questi esplose a mezz’aria provocando un boato che si udì per chilometri. Deathlock osservò la sua carcasse fiammeggiante e fumante precipitò verso il suolo, schiantandosi.

Non vi era la minima possibilità che qualcuno fosse sopravissuto a quell’attacco.

<Bersaglio eliminato.> sentenziò il computer incorporato dentro di lui.

 

6.

 

 

Tutti gli agenti vennero tutti richiamati con urgenza. La base di Fort Hartman era stata rasa al suolo da quel cyborg indemoniato. Centinaia di valorosi soldati uccisi come animali. John si sentiva male nel vedere i loro corpi portati via in quei sacchi neri. Il suo pensiero non poté non tornare a quel maledetto giorno a Washington quando il Quartiere Generale del FBSA fu fatto saltare in aria da terroristi ancora ignoti.

Non doveva succedere più. Gli agenti Phil Coulson e Jack Daniels erano stati mandati ad investigare in quanto anche questo attacco, come quello a Leavenworth, era stato causato dallo stesso individuo metaumano.

<E’ senz’altro opera dello stesso cyborg, quel Deathlock.> sentenziò Phil <Stessa potenza di fuoco.>

<E stesso numero di vittime....>

<Già.  Stavolta però non s’è trattato di un’evasione ma di un omicidio. Siamo abbastanza sicuro che l’obiettivo fosse il generale Wilkins.>

<Concordo. Quello che non mi è chiaro è il collegamento tra i due episodi... libera un generale e ne ammazza un altro. Perché?>

<E’ ovvio che ci sia un legame tra loro. Dobbiamo scoprire quale.>

<Chiamo la De Mara?>

<Sono un passo davanti a te, Daniels. Le ho già mandato la richiesta. Ci contatterà a minuti.> disse agitando il suo palmare Starkphone.

John era piacevolmente sorpreso dall’efficienza di Coulson. Era uno di quelli a cui “fumava il cervello”. Pensava rapidamente e agiva di conseguenza.  Uno così – pensava – farebbe davvero comodo ai Vendicatori. Era fiero di averlo come collega, anche se non era tipo da fare complimenti e non glielo aveva mai detto apertamente.

Il cellulare si mise a vibrare, interrompendo la sua riflessione.

<Ok, Tina dicci quanto hai sai. Ti metto in vivavoce.>

<<Ho scoperto quanto ci interessava. Sentite qua: Paul Wilkins fu colui che denunciò Kriegkpof per “crimini contro l’umanità".  Lo portò davanti la corte marziale, lo fece degradare e rinchiudere.>>

<Una vendetta, dunque.> osservò “Jack” <C’è dell’altro?>

<< Oh si, non è finita qua: a testimoniare contro lui è stato  Ulysses Chapman, all’epoca col grado di maggiore, agli ordini dello stesso Kriegkpof.>>

<Chapman? Lo conosco!> esclamò John Walker <Se davvero ha testimoniato contro di lui, c’è da immaginarsi che sarà il prossimo bersaglio.>

<Sono d’accordo. Dobbiamo avvisare il direttore Esposito  e predisporre un servizio di protezione. E’ ovvio che l’esercito da solo non è in grado di tenere a bada quel cyborg ... questi poveri ragazzi ne sono testimoni. Mi sa che ti servirà lo scudo ...> disse con lo sguardo rivolto al suo biondo interlocutore.

 

7.

 

Organizzare la scorta fu semplice e rapido. Anche l’esercito e i servizi segreti concordarono con le intuizioni dell’FBSA. Chapman fu messo a bordo di un furgone blindato, prelevato dalla base in cui era di servizio e scortato, quasi come un capo di stato, in una destinazione segreta.

<Kriegkopf.... non immaginavo che avrei ancora sentito quel nome...> osservò Chapman <mi riporta alla mente parecchie.... spiacevolezze. Una pagina che vorrei dimenticare. Arthur Kreigpkof rappresenta una delle pagine più nere del nostro esercito. Quello che fece ai serbi in Kosovo.... come il Vietnam. Sarebbe dovuto stare dalla parte di Milosevic.>

<Capisco cosa vuole dire, signore.> gli rispose Coulson <Ha ampiamente dimostrato il suo essere sanguinario quando ha fatto attaccare Fort Hartman da quella macchina omicida. E’ palesemente pazzo, e pericoloso. Per questo la sua sicurezza ha la priorità.>

<Quello che rimane da scoprire è chi lo sta aiutando... voglio dire, il cyborg che ha attaccato Fort Hartman è lo stesso che lo ha liberato, mi ha detto.... dunque dev’esserci qualcuno dietro di lui. Chi può essere?>

< Crediamo che possa essersi venduto a qualche cella terroristica. Abbiamo stillato una lista, l’A.I.M. è in cima ad essa... e non solo per ordine alfabetico.>

Le due moto in testa al corteo vennero abbattute da un razzo; l’esplosione non diede scampo ai due soldati a bordo.

<COSA E’ STATO?> domandò Chapman.

<E’ lui, è iniziato l’attacco. Non si preoccupi signore, eravamo preparati a questa eventualità, e ci siamo premuniti.>

All’esterno, Deathlock lasciò cadere il lanciarazzi e impugnò una mitragliatrice Vulcan. Il suo rumore inconfondibile risuonò nell’aria e gran parte degli agenti di scorta vennero ridotti a carne macinata. Fortunatamente i proiettili non riuscivano a penetrare la carrozzeria blindata del furgone, ma quella protezione non sarebbe durata in eterno e sarebbe stata solo una questione di tempo prima che Deathlock riuscisse ad eliminare il proprio bersaglio.

<<Attenzione: i sensori indicano l’avvicinarsi di un disco di composizione sconosciuta tra circa 4 sec --->>

Fu in quel momento che lo scudo di USAgent fece la sua comparsa, colpendo in pieno la mitragliatrice, rendendola inutilizzabile, e con una seria di rimbalzi tornò nella mano del proprio padrone.

<D’accordo robottino, hai finito di andare in giro ad assaltare basi militari americane. Finirai rottamato, parola mai!> esclamò USAgent, furioso.

Deathlock afferrò le sue mitragliette dai foderi e aprì il fuoco verso di lui ma, inutile dirlo, Agent alzò il suo scudo e continuò ad avanzare verso di lui incurante di quella pioggia di piombo che gli cadeva addosso; non appena fu abbastanza vicino il Vendicatore Ovest gli piazzò un violento calcio al torace.

<Chi diavolo....?> si domandò il cyborg. Il suo computer interno gli diede una risposta.

<Soggetto: maschio di razza caucasica. Età: approssimativamente vicina ai 30 anni. Altezza: 1.95 m. Peso: 93 kg.>

<Questo lo  vedo da me, stupido computer! Come fa ad essere così forte e veloce?>

<Forza e rapidità fuori scala per un comune essere umano di quell’età e corporatura. Si sospetta potenziamento fisico, di natura sconosciuta..>

<Stammi a sentire, uomo bandiera, non permetto a nessuno di intralciarmi nello svolgimento della mia missione!>

<La tua missione è uccidere un generale americano, e puoi star certo che finchè avrò fiato in corpo ti impedirò di portarla a termine!> ringhiò Walker.

<E allora sarà il caso di farti smettere di respirare...>

USAgent lo colpì col suo scudo, Deathlock ricambiò con un gancio inferto col suo braccio bionico. Un supersoldato potenziato contro un organismo cibernetico. L’uomo contro la macchina, nel più classico esempio di retorica. E mentre lo Scudiero teneva occupato il sicario robotico, Coulson e quel che rimaneva della scorta portava Chapman a destinazione.

<Attenzione: Il bersaglio si sta allontanando. E’ necessario inseguirlo per poter---- >

<Sta zitto ‘puter! Trova piuttosto il modo di frantumare quello scudo!>

<Impossibile. Disco composto di vibranio, metallo in grado di assorbire ogni tipo di impatto, assolutamente inattaccabile.>

<Stupido inutile congegno... faccio da me!> e dopo aver formulato questa frase, Deathlock la rese realtà, riuscendo ad trovare un varco nella guardia di Agent e prima che questi potesse alzare il proprio scudo per difendersi, riuscì a piazzare una rapida successione di pugni.

John Walker accusò il colpo e cadde a terra, sputando sangue dal naso e dalla bocca.

<In piedi, stupido.... adesso! Non puoi farti battere da questa specie di zombie meccanico....> pensò mentre cercava di riprendersi dall’attacco subito.

Deathlock cercò di colpirlo con una pedata che però frantumò solo il marciapiede sottostante, perché USAgent, rotolando, riuscì ad evitarla prima che si abbattesse su di lui, ma così facendo si allontanò dal suo scudo.

<Analisi del sangue del soggetto: confermato trattamento potenziante dovuto ad additivi chimici e parziali radiazioni di basso livello. Inoltre, il suo DNA ha delle corrispondenze con il tuo.>

<Che cosa?> esclamò sorpreso. Quell’essere in gran parte meccanico era capace di provare ancora sorpresa.

<La presenza del cromosoma Y nel sangue del soggetto indica che avete la stessa linea paterna. Corrispondenza superiore al 99%.>

<Che vuoi dire? Che diavolo significa questo?>

<Vuol dire che tu e il soggetto ------ >

Un calcio a piedi giunti di USAgent in pieno petto interruppe la comunicazione. Quel cyborg aveva esitato, seppur per un solo istante, ma questo fu abbastanza per dare al superagente americano l’occasione che aspettava per passare al contrattacco.

Deathlock venne scagliato a debita distanza, in questo modo Walker potè recuperare il suo scudo.

<Adesso si che ci siamo...> esclamò soddisfatto per aver recuperato la propria arma, e con quella prese a colpire il suo avversario.

<Danni al 9 % ... 10 ... 12%. Iniziare riparazioni del sistema interno.>

USAgent continuava a colpirlo ripetutamente, approfittando del proprio vantaggio. Era rapido e potente, e neppure la sofisticata tecnologia di cui era composto Deathlock poteva proteggerlo da quella violenza: quando Agent si scatenava, diveniva una furia incontenibile. Di rado gli capitava di potersi lasciare andare a quel modo senza rischiare di fare vittime... ma d’altronde, il suo avversario era una macchina... poteva davvero definirsi vivo?

Un terrificante montante sollevò Deathlock a mezz’aria e lo fece atterrare due metri più avanti.  Questa volta l’uomo – macchina sembrava non rialzarsi.

<In piedi dannata lattina! Devi dirmi dove si nasconde quel traditore di Kreigpkof... avanti, parla!>

Lo afferrò rabbioso per il bavero, per tirarlo su da terra, quel gesto di scatto fece fuoriuscire dalla sua uniforme delle medagliette, di tipo militare.

L’occhio di John cadde sul nome inciso sulla targhetta, e quello che provò in quell’istante fu indescrivibile, in quanto l’ultima volta che lo lesse era inciso su di una lapide di marmo.

<MIKE.... MIKE WALKER??> esclamò incredulo.

Non credeva ai suoi occhi. Il suo cervello non riusciva ad elaborare, era come si fosse bloccato, così come il tempo. Ma così non era e Deathlock approfittò di quel momento per colpirlo con un calcio sotto al mento.

L’impatto fu tremendamente doloroso per John, che venne balzato all’indietro.

<Mike... Mike....> riuscì a malapena a borbottare prima di perdere i sensi.

Deathlock rimase a fissarlo, mentre era svenuto ai suoi piedi. A modo suo, era sconvolto quanto lui.

<Veicoli in avvicinamento. Organizzare una fuga per evitare la cattura.> disse il computer dentro il suo cervello.

Senza alcuna esitazione, seguì la direttiva e si allontanò dal luogo dello scontro, abbandonando l’uomo mascherato e tutto il carico di misteri che portava con se....

 

Continua.....

 

 

Le Note

E con questa sconcertante rivelazione si chiude la prima parte di questo episodio che, vi ricordo, si colloca cronologicamente PRIMA di Vendicatori Costa Ovestn. 28 – 31 (a causa dei miei ritardi, dovuti comunque a vari progetti MiT che ho portato avanti J  ) che vedono USAgent andare su Titano con i VCO e Battlestar eseguire la missione segreta di cui ho accennato nella prima parte di questo numero (per saperne di più, VCO 31-32 ).

 

Veniamo ai personaggi introdotti in questo numero:

 

Il generale Kriegkopf (a cui ho dato io il nome Arthur) è alla sua prima apparizione in MiT, e l’ho preso dall’arco narrativo del Punitore scritto da Garth Ennis (“Senza Limiti”).

 

Mike Walker è il fratello maggiore di John, ovviamente, originariamente morto durante la guerra del Vietnam ma che oggi, a causa del tempo trascorso, ho dovuto collocarne la morte in epoca più vicina ai giorni nostri, quindi durante la guerra nei Balcani. Il suo corpo, seppur malridotto, era ancora sufficientemente vivo affinchè fungesse da cavia per divenire il nuovo Deathlock.

 

Chi è Deathlock? Creato da Rick Buckler e Doug Moench su Tales Astonishing # 25 nell’agosto del 1974, si tratta di un guerriero cibernetico su cui è innestato un cervello umano ed è guidato da un computer.

 

Appunti su Deathlok: Il Deathlok originale era il colonnello Luther Manning e veniva da una realtà alternativa. Finì nel presente Marvel ed una sussidiaria della Roxxon Oil se ne impadronì e cercò di ricrearlo.

Paradosso temporale, a creare il Deathlok della linea ordinaria Marvel fu il dottor Harlan Ryker basandosi sui progetti del se stesso dell’altra linea temporale. A supervisionare il progetto per il Dipartimento della Difesa era il fratello di Harlan, il maggiore Simon Ryker come nell’altra Terra.

I primi Deathlok si dimostrarono instabili e l’unico a “funzionare” fu l’ingegnere Michael Collins, un nero pacifista il cui cervello, esattamente come accade a Luther Manning, prese il controllo del Cyborg e si ribellò ai suoi creatori.

IN MIT il cervello di Collins è stato ritrapiantato nel suo corpo umano conservato criogenicamente (vedi Vendicatori Annual 4 di Fabio Volino, Carlo Monni & Fabio Furlanetto).

 

Considerando quindi che Mike Walker era nell’esercito prima di quanto vi ho appena detto, ho pensato di creare un progetto simile a quello della Roxxon, ma antecedente, sponsorizzato dall’esercito degli Stati Uniti e mai andato a buon fine in quanto la tecnologia dell’epoca non lo permetteva – almeno quella governativa. L’ho chiamato progetto “Cybernus” in quanto questo era il nome con cui l’editoriale Corno aveva inizialmente chiamato Deathlock nelle prime pubblicazioni in Italia. Ora però, dopo le scoperte di Collins, il progetto è stato ripreso e Mike Walker, cavia inconsapevole, ha “beneficiato” del trattamento.

 

Cosa gli accadrà? Lo scoprirete solo leggendo....

 

 

Carmelo Mobilia.